Educazione cinofila e relazione con il cane

L’importanza di procedere per gradi, nell’apprendimento dei nostri cani

Di Graziano Gentileschi.

Abbiamo già parlato di due caratteristiche che si possono studiare a livello di riflessi per essere poi traslate su comportamenti complessi:

soglia e scarica postuma.

Servendoci di una terza caratteristica, andremo ora ad analizzare le motivazioni per cui è necessario, in ogni lavoro coi cani, muoversi per gradi.

Il fenomeno che analizzeremo è la sommazione:

se esercitiamo contemporaneamente stimoli in zone diverse di uno stesso muscolo, o nello stesso posto ma con una progressione temporale, la soglia di risposta si abbasserà rispetto alla presenza di uno stimolo singolo.

A livello di comportamenti complessi si può notare lo stesso tipo di risposta, e la soglia può essere abbassata anche dalla compresenza di stimoli di natura diversa, provenienti da organi di senso differenti.

Per fare un semplice esempio, l’odore del cibo scatenerà una risposta nel nostro cane affamato. La soglia di tale risposta si abbasserà considerevolmente se, associati al solo stimolo olfattivo, si presenteranno anche quello visivo e uditivo (il rumore della ciotola).

Il problema di questo tipo di risposta insorge nel momento in cui ci troviamo a lavorare con il cane. Partiamo dall’esempio meno complicato, per arrivare fino alla situazione più seria e problematica.

Parliamo di sport…

Nello sport è necessario che il cane sia in attenzione sul proprio conduttore, anche in presenza di giudici e altre persone in campo.

Inizialmente andremo a insegnare i vari esercizi al cane in un luogo neutro o conosciuto, che non susciti particolare interesse, in modo che tutta la concentrazione dell’animale sia destinata all’apprendimento dell’esercizio. Una volta appreso, si andranno a inserire distrazioni di volta in volta più impegnative, facendo in modo che il cane si abitui a mantenere l’attenzione sull’umano, ignorando il resto. 

Se il cane è in grado di lavorare con una persona conosciuta presente in campo, non significa che automaticamente sarà in grado di lavorare con tre sconosciuti in un campo diverso, con odori di altri altri cani e un ambiente differente.

Ognuno di questi stimoli si va a sommare agli altri dando come risultato l’abbassamento della soglia di reazione verso essi.

La probabile reazione di un cane senza problematiche ma non preparato gradualmente a una situazione simile sarà quella di mettere in atto un comportamento esplorativo, perdendo quindi l’attenzione sul conduttore.

Facciamo ora l’esempio di un cane che abbia paura dei fuochi d’artificio e dei petardi, e su cui si sia già lavorato per riuscire a calmarlo e alzare la soglia di reazione, in modo che non scappi terrorizzato.

Se si è fatto un buon lavoro si può essere abbastanza certi che il cane non tenti di fuggire se sfortunatamente sentisse lo scoppio di un petardo durante una passeggiata. La situazione potrebbe drasticamente cambiare se si presentasse una sequenza di botti in successione. In quel caso la soglia di risposta si potrebbe drasticamente abbassare, riportando il cane a uno stato di inquietudine (curiosità: negli sport di morso, in cui viene testata l’indifferenza allo sparo durante la condotta o durante il morso, non viene mai sparato un solo colpo. Il cane deve essere preparato sia alla sorpresa del rumore, sia alla sua ripetizione).

Passiamo a un esempio più critico e complesso, ma riferito a situazioni molto comuni.

Prendiamo in analisi un cane timoroso che presenti aggressività verso altri cani, perchè con l’esperienza ha capito che mostrandosi aggressivo riesce a tenere altri esemplari a distanza.

Un lavoro che porta buoni risultati consiste nel far abituare il cane a essere condotto sempre più vicino allo stimolo sgradito, fermandosi appena prima della comparsa di un atteggiamento aggressivo e premiando i comportamenti alternativi messi in atto.

Questo tipo di lavoro permette di alzare considerevolmente la soglia di reazione del cane, sia da un punto di vista della distanza che del movimento dell’altro cane.

Sarà premura del tecnico che conduce l’esercizio gestire il cane usato come stimolo in modo che sia prima immobile, facendolo camminare accompagnato da un conduttore solo nel momento in cui il cane “paziente” sopporterà completamente la sua presenza da fermo.

Una volta raggiunto questo traguardo, in modo anche sicuro e testato più e più volte, si dovrà avere la premura di lavorare per ottenere una graduale generalizzazione del comportamento.

Nel caso in cui il cane frequentasse aree cani molto affollate, anche con la sicurezza di una sua totale gestione in presenza di un solo altro esemplare, il proprietario dovrà avere ben presente come funziona la sommazione: se il cane per esempio fosse gestibile al guinzaglio anche a distanze molto ravvicinate rispetto a un altro suo simile che passeggia, bisognerà tenere conto che la distanza tollerabile nei confronti di più cani, magari liberi e che si rincorrono, sarà molto maggiore. Il fatto di essere in presenza di più cani, che questi ultimi corrano, in un ambiente dove probabilmente molti di essi avranno marcato il territorio, farà sì che gli stimoli percepiti contemporaneamente dal cane in questione si vadano a sommare abbassando la soglia di reattività.

Questo non significa che si dovrà evitare qualunque luogo affollato, ma che per potervi stare senza che si retroceda nella problematica, si dovrà gestire l’unica variabile controllabile in un contesto urbano o simili, la distanza, tenendo conto che all’aumentare degli stimoli dovrà aumentare anche la distanza da cui cominciare a lavorare. Il tutto ovviamente sempre con il cane al guinzaglio. 

Perché non si perdano abilità acquisite nel piccolo e in luoghi protetti, e si possa quindi generalizzare qualunque tipo di lavoro in situazioni di vita quotidiana, ogni difficoltà dovrà essere aggiunta in modo graduale, solo quando si ha la certezza che il livello precedente sia totalmente tollerato.

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