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Il cane e l'inverno: consigli per il riscaldamento muscolare

WINTER IS COMING (CONSIGLI PRATICI PER AFFRONTARE LA STAGIONE FREDDA)…

Il cane e l’inverno o se dovesse arrivare…il Grande inverno.

… per dirla come nel “Trono di Spade”!

Non diciamo che la brutta stagione ci è prossima ma che sta arrivando il freddo!

Perché dobbiamo fermarci un attimo a pensare?

Perché le temperature rigide sono vere e proprie nemiche dei muscoli: essendo il freddo, un fattore vaso costrittore, impedisce l’afflusso del sangue ai tessuti in modo ottimale.

Con uno scarso apporto di sangue, infatti, diminuiscono anche le sostanze che agiscono sull’elasticità dei muscoli.

Si assiste, inoltre, ad un abbassamento della resistenza delle fibre muscolari diminuendo la soglia di fatica.

Ecco perché praticando attività all’aria aperta con temperature molto basse ci si stanca più facilmente ed il rischio di infortunio aumenta.

Cosa fare per ridurre il rischio di infortuni nel cane?

Il cane e l’inverno

Per evitare stiramenti, strappi o infortuni di varia natura, è indispensabile riscaldare muscoli e tendini per portarli alla giusta temperatura.

Un riscaldamento graduale di 15 minuti circa, resta sicuramente la soluzione migliore, sia che si voglia liberare il cane in un campo per una bella corsa, sia che si debba svolgere dell’attività sportiva.

Cosa intendo per riscaldamento graduale?

Una passeggiata a passo veloce con il cane legato in modo da evitare che parta subito in corsa con i muscoli freddi, poi una corsetta leggera: se si intende godersi la campagna questo può essere sufficiente e si può passare ad attività libera.

Per i cani sportivi raccomando sempre un riscaldamento mirato all’attività che deve svolgere il cane (dischi, obedience, agility, ecc.) e ad eventuali problematiche pregresse, dando molto rilievo al riscaldamento della parte “debole”, ma ciò è molto variabile da soggetto a soggetto.

il cane e l'inverno
Il cane e l’inverno

In linea di massima, un riscaldamento del cane di circa 15 minuti è sufficiente.

Il consiglio che do sempre ai proprietari dei cane che seguo è di acquistare, per la stagione fredda, una mantellina con una tecnologia particolare (che molti cinofili o chi ha cavalli conosce da tempo) che avendo dei materiali ceramici nelle fibre del tessuto riflettono il calore corporeo e mantengono i tessuti ad una temperatura adatta alla fisiologia di lavoro del muscolo.

E’ molto utile quando si va in gare, stage o a lezione; mi prendo del tempo per scaldare il cane e quando ho finito non è il mio turno (anche perché spesso non si riesce a farlo immediatamente prima).

Faccio indossare questa mantellina al cane e i tessuti rimangono alla giusta temperatura.

Io la raccomando anche per i cani anziani, perché mantenendo il calore corporeo aiuta le articolazioni a lavorare meglio e si sa che l’artrosi e il freddo e l’umido non vanno molto d’accordo. 

Un ultimo pensiero… se inverno deve essere, ci deve essere anche la neve.

Per i fortunati che potranno godersi la neve col proprio cane, raccomando un’attenzione particolare alle zampe e, soprattutto, ai polpastrelli.

Se si va su neve fresca proteggeteli con creme specifiche che potete trovare nei pet shop o su internet e una volta finita la passeggiata risciacquate accuratamente  le zampe.

Per i cani di città, attenzione al sale ed alla sabbia che vengono buttati su strade e marciapiedi per sciogliere la neve; sono molto aggressivi sulla cute, quindi, prestate ancora maggiore attenzione alla pulizia al ritorno a casa.

Annalisa Ferri

Mi chiamo Annalisa Ferri e sono un Medico Veterinario. La mia storia professionale in questo campo parte da lontano… ero ancora all’università e mi appassionava molto la neurologia ed un professore mi disse “per essere un bravo neurologo devi essere un bravo ortopedico!”. Purtroppo l’ortopedia, per come mi era stata presentata era sostanzialmente chirurgia e questo lato non mi piaceva. Per conto mio ho incominciato a fare ricerche e ho scoperto che negli USA esisteva una branca della Medicina Veterinaria che si occupava di animali sportivi e di riabilitazione post trauma o post intervento. Mi si era aperto un mondo, sapevo che lì volevo andare a parare, a costo di essere un pioniere; ma da noi, in università, non se ne era mai parlato.

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