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The Walking Dog…

…ovvero tutta la magia della passeggiata serale.

E’ ricominciato The Walking Dead. Non entrerò nel merito, perché qui si parla di cani. Però una cosa posso dirvela. MAI e dico MAI guardare morti viventi in tivvù prima di portare a spasso il cane la sera. MAI.

Ok, io sono un po’ impressionabile, lo ammetto. Ho una fervida immaginazione. E con l’età peggioro, mica miglioro. Non guardo film dell’orrore tipo dal 1992. The Walking Dead è l’unico horror che riesco a vedere perché sono gravemente serie-dipendente e ormai c’è più drama che sangue, ma se guardassi oggi un film come Saw, credo che potrei morire.

Ma torniamo ai cani. Dopo cena mi guardo la mia puntata di zombie e ammazzamenti, strizzando il mio bravo cuscino. Sul resto del divano Massimo dorme con la bolla al naso. Decisamente non è molto coinvolto dal pathos dei morti che camminano. Va bene, mi sa che tocca a me portare giù il cane. Solo che è tardi, è buio, nevischia e tira pure un venticello gelido che entra nelle ossa e soprattutto muove gli alberi, capito. Si muovono. Ombre che si muovono. Non è bello. Bonnie si fa tirare come un mulo perché fa freddo e la pipì l’avrebbe tenuta volentieri fino al mattino. Dài Bonnie, per favore, datti una mossa perché è buio e non c’è anima viva, su.

Gli alberi ondeggiano nella nebbia. L’aria mi si infila su per il collo come una mano gelida. Sempre che sia aria.

 

 

Dài Bonnie fammi tornare a casa, da brava. Lei invece gira a vuoto dannazione, con la neve è sempre così, ci mettono sei anni a trovare il posto giusto, ogni volta è un martirio, però stasera se non muoio di freddo muoio di paura, dài cane che qua gli alberi SI MUOVONO e lì dietro qualcosa CI FISSA, brrr.

Ecco, bravo cane…! E mentre Bonnie si libera, nel silenzio irreale sento due suoni. Il primo è un WHOF epico da baritono sovrappeso, e nonostante il saltino nervoso che faccio, riesco a pensare “pastore tedesco”. E in effetti con la coda dell’occhio vedo Klaus, enorme pastore abbaione, passare in fondo al giardinetto. Ma proprio mentre l’adrenalina si abbassa per falso allarme, come nei film horror ecco che arriva la fregatura. Sento il secondo suono.

GROOOOHOOOWLGAAAARGH. E lì la mia mente malata è perduta, perché non può mica essere il verso di un cane. Quale cane fa growlgaargh?

Faccio un balzo da primato coi capelli dritti, Bonnie di riflesso si allarma e fa sparire orecchie e coda.

GRAAAGHROOWLRGHGROOHWL. Cosa? Dove? Chi? Mi giro, non vedo niente, ma intanto cerco di ricordarmi i dieci modi migliori per sopravvivere ad un’epidemia zombie, e penso vorticosamente se devo slegare Bonnie, che si metta in salvo almeno lei.

 

Poi lo vedo. E’ un coso. Un cane non so cosa. Un cosino anzi. Pure carino nel suo piccolo. Tre chili massimo. Tre chili ma furiosi come un puma e con una tracheite acuta che nemmeno un fumatore seriale dopo venti chilometri di marcia nell’artico. Ci growla e ci punta con la forza di un toro, trattenuto da un flexi attaccato ad un umano che non distinguo nemmeno, perché sono così affascinata dal suono assurdo che emette questo cosino che vedo solo lui, e non so nemmeno più se muovermi o restare lì in bamba per sempre. GRRROOOOOGRAHLGROWOGOOOORGH.

No vabbè. Un microzombie peloso. Ho le ginocchia molli e mi sta per scappare la pipì e ho tipo 200 di pressione per colpa di un povero cosino raffreddato e sociopatico alto venti centimetri.

 

 

 

Bonnie mi guarda con compassione, sinceramente preoccupata per le mie coronarie. Bonnina te lo giuro, da domani solo Grey’s Anatomy. O meglio ancora, la magia della passeggiata serale la lascio tutta a Massimo, ok?

 

 


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Silvia Masoero

Silvia Masoero è la fortunata padrona di Bonnie, meticcia di 5 anni che va pazza per i boschi, i merli, il mare e l’agility. Appassionata di cani da trent’anni, si è avvicinata all’agility negli anni ’90 insieme alla sua piccola epagneul breton. Nei primi anni 2000, purtroppo, è stata ibernata e oggi si sta ancora riprendendo dallo shock del risveglio

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