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CAE-1, test di equilibrio e affidabilità: perché pit bull, amstaff & Co. dovrebbero sostenerlo

Possedere il patentino di cani e padroni buoni cittadini credo sia la miglior risposta per chi sostiene che queste razze sono squilibrate, pericolose o, nella migliore delle ipotesi, poco affidabili.

Di Roberta Albanesi

Sono trascorsi ormai nove anni da quando l’Associazione Culturale Cani da Presa, di cui sono presidente, promosse la partecipazione di un gruppo di american pit bull terrier al test del CAE-1, test che tutti i soggetti superarono brillantemente.

Ricordiamo che il CAE-1, test di controllo dell’affidabilità e dell’equilibrio psichico per cani e padroni  buoni cittadini

“è un test che mira a certificare un cane socialmente affidabile e senza problematiche di comportamento prendendo in considerazione il binomio cane-conduttore nella vita quotidiana” (Art. 1 regolamento  ENCI del CAE-1).

Da allora non ho mai smesso di insistere sul fatto che, oggi più che mai, sia importante per chi detiene un pit bull, un amstaff, un terrier di tipo bull superare questo test.

Ricordiamo che gli esaminatori sono esperti giudici di lavoro ENCI: l’avere in mano questa certificazione significa poter chiudere la bocca (perdonate il linguaggio molto diretto) con i fatti, e non a parole, ai detrattori di un certo gruppo di razze, ingiustamente definite pericolose.

ACCP si è fatta promotrice in questi anni di una campagna a favore del CAE-1, cercando di stimolare la partecipazione dei cani, specie di certe razze (non perché più pericolose ma perché maggiormente demonizzate).

Molti proprietari di american pit bull terrier hanno accettato l’invito e hanno superato il test con successo.

Il nostro obiettivo come Associazione è ambizioso: certificare un campione significativo di pit bull, e non solo, (che speriamo via via di poter ampliare nel tempo), come soggetti affidabili ed equilibrati.  Già nel 2016 abbiamo deciso di riportare il superamento del CAE-1 sui pedigree rilasciati dalla nostra Associazione ma abbiamo fatto anche  un altro passo: abbiamo reso obbligatorio il test per omologare il titolo a tutti quei soggetti che hanno conseguito il titolo di campione di bellezza, in conformation. Una scelta che mi sento di definire “coraggiosa” e che ancora oggi è spesso criticata.

Eppure più passa il tempo, più mi convinco che per quanto scomoda sia stata una scelta giusta e necessaria.

Necessaria in una società che, al minimo incidente, non perde occasione di generalizzare e criticare certe razze.

In realtà sono convinta che tutti i cani, specie quelli di taglia medio-grande, dovrebbero sostenere questo test. Il problema infatti (e di questo ormai c’è una certa consapevolezza, sempre più diffusa anche fra i non addetti ai lavori), non è la razza di appartenenza ma la cattiva gestione del cane che, in caso di incidente, presenta conseguenze la cui gravità è spesso correlata alla taglia in modo direttamente proporzionale.

Io sarei favorevole a rendere obbligatorio questo test per tutti cani di taglia medio-grande.

Penso che contribuirebbe a ridurre in modo notevole, se non quasi azzerare, il numero di incidenti. 

Certo è il CAE- 1 richiede impegno: minimo se si è lavorato correttamente con il cane ottenendo una corretta socializzazione, importante invece se lo si è lasciato crescere in modo un po’ selvaggio, senza instaurare un corretto rapporto e affiatamento cane-conduttore. 

Perché il possedere un cane non è un diritto dell’uomo, a prescindere da qualsiasi condizione: il diritto ad avere al nostro fianco uno splendido amico non deve essere automatico, deve essere acquisito, conquistato.

E’ un diritto che possono avere soltanto le persone che hanno la capacità di crescere un cane in modo adeguato, rispettandone le caratteristiche etologiche e rispettando le regole di una vita ormai vissuta in società sempre più urbanizzata.

COME E’ STRUTTURATO IL CAE- 1

Il CAE-1 si articola in una serie di dieci prove atte a dimostrare che il cane è adatto a vivere in un contesto urbano.

  • Esercizio n. 1 Su indicazione dell’esperto giudice il conduttore impartisce un comando di arresto al cane, trattenuto da un guinzaglio di almeno tre metri. Si allontana di alcuni passi. Su indicazione dell’esperto giudice passano nei pressi del cane alcuni operatori (non più di due per volta) a diverse andature: camminando tranquillamente e con una camminata spedita. 
  • Esercizio n. 2 Il soggetto è trattenuto da un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Un operatore in bicicletta passa nel campo visivo del cane. 
  • Esercizio n. 3 Il soggetto è trattenuto ad un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Un cane di sesso opposto a quello testato viene immesso nell’area di test, tenuto al guinzaglio da un operatore. 
  •  Esercizio n. 4 Il soggetto è trattenuto ad un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Successivamente un operatore spinge un passeggino nel campo visivo del cane.
  • Esercizio n. 5 Il soggetto è trattenuto ad un guinzaglio di almeno tre metri, dovrà rimanere nei pressi del conduttore. Successivamente un operatore corre (jogger) nel campo visivo del cane passandogli vicino. 
  • Esercizio n. 6 Terminati gli esercizi, il conduttore con il cane di fronte all’esperto giudice, dovrà dimostrare di essere in grado di manipolare ed accudire il cane (ispezionare le zampe ed i testicoli, mostrarne la dentatura, spazzolarlo o rimuovere corpi estranei…) 
  • Esercizio n. 7 Mentre il conduttore procede con il cane al guinzaglio, più operatori (2-4) incrociano il binomio da direzioni diverse. Almeno un operatore deve sfiorare il cane in maniera casuale, ed almeno una delle persone deve avere un abbigliamento inusuale (cappello a larghe tese, mantello, ecc.).
  • Esercizio n. 8 Mentre il conduttore procede con il cane al guinzaglio, un operatore che si era precedentemente posizionato su una panchina, o analogo sedile, lungo il tragitto con un giornale aperto, chiude rumorosamente il giornale, si alza e procede a passo veloce in direzione del binomio, incrociandolo perpendicolarmente. 
  • Esercizio n. 9 Un operatore, su indicazioni dell’esperto giudice, si avvicina frontalmente al binomio, rivolge alcune parole al cane e stende il braccio per stringere la mano al conduttore. 
  • Esercizio n. 10 Un operatore si avvicina con fare inoffensivo al binomio con un ombrello chiuso, picchiettandolo sul terreno. Giunto vicino al binomio apre l’ombrello con naturalezza e poi si allontana. 

Al conduttore è consentito impartire ordini al cane per mantenerlo tranquillo. Il cane deve essere sempre sotto controllo e non deve manifestare né timore né aggressività nelle differenti prove via via proposte.

Superamento del test: Per ogni esercizio possono essere assegnati fino a 10 punti per un totale di 100. Il punteggio minimo per il superamento del CAE-1 è di almeno il 50% in ciascuno esercizio ed il 70% del totale dei punti disponibili. 


Roberta Albanesi  Giornalista professionista dal 1990, ha lavorato come redattrice in diverse case editrici. Dal 1994 è il direttore responsabile di  “Canidapresa Magazine”, rivista di cinofilia specializzata in mastini, molossi e molossoidi, venduta in edicola in tutta Italia. Dal 2019 è presidente dell’Associazione Culturale Cani da Presa, in sigla ACCP, che si occupa di promuovere lo studio e la tutela delle razze da presa, in particolare quelle non riconosciute dall’FCI, soprattutto dell’american pit bull terrier, contrastandone ogni forma di sfruttamento e maltrattamento.

Ho scritto due libri sull’american pit bull terrier, “Un pit bull per amico” e “American Pit Bull Terrier ritratti di una razza”; un terzo “American pit bull terrier today”, su cui lavora da anni, è di imminente pubblicazione. Ha realizzato i testi di numerosi documentari  su differenti razze e curato una collana di libri sui cani da presa.


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