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Border Collie: chi non lavora… sclera!

Parliamo del Border Collie! Un cane che ama lavorare. Ma cosa significa?

Agility, Obedience, Disc Dog, Hopers, Rally – O, Treibball, lavoro olfattivo, Dog Dance, ricerca persone, Pet therapy e altre attività di assistenza e, naturalmente, lavoro su gregge

Non c’è compito che il Border Collie non riesca a imparare e che non svolga bene, o benissimo, con l’eccezione forse… del Mondioring, anche se in Francia ho visto Border impiegati nel mordant!

Questo per dire che la duttilità della razza è impressionante, considerato poi che parliamo di un cane nato esclusivamente come conduttore di pecore alla fine dell’Ottocento nelle campagne inglesi lungo il confine con la Scozia, the border appunto.

Quando nasce il Border Collie?

All’epoca della “creazione” della razza, sui verdi pascoli ondulati di quella regione lavoravano da secoli diverse tipologie di cani conduttori, chiamati working collie, old-fashioned collie, farm collie ed English collie.

Discendevano probabilmente dagli antichi cani pastori dei Celti incrociati con quelli dei conquistatori Romani, che lì avevano vissuto a lungo, integrandosi con la popolazione locale.

Si dice fossero cani caratterizzati da grande istinto e buona capacità di concentrazione e di “presa” sul bestiame.

Ma, a quanto pare, erano anche troppo duri sulle pecore e difficili da controllare a distanza.

Quindi, avere un cane da gregge più facile da gestire e meno “violento” era l’obiettivo di molti, all’epoca.

Il “primo” Border Collie…

A centrare il bersaglio fu soprattutto un allevatore del Northumberland di nome Adam Telfer: da uno dei suoi tanti incroci tra cani da pastore tradizionali e Collie dal carattere più docile (il padre si chiamava Roy e la madre Meg) nacque nel 1893 il famoso Old Hemp, considerato il “capostipite” della razza.

Dalle tantissime femmine che Hemp coprì nacquero tanti cuccioli cui vennero trasmesse anche le sue eccellenti doti lavorative, tramandate di generazione in generazione e selezionate anche attraverso prove di abilità su gregge, antesignane dello Sheepdog moderno.

La famosa intelligenza del Border Collie

Che il Border fosse una creatura dal cervello notevole lo aveva messo nero su bianco a metà anni Novanta nientemeno che Stanley Coren, nel suo famoso libro “L‘intelligenza dei cani”.

Infatti, grazie a un questionario sottoposto dallo studioso a quasi 200 giudici di Obedience del kennel club americano e di quello canadese, teso a valutare le capacità di apprendimento ed esecuzione di comandi delle razze presenti nel circuito sportivo specifico, il Border Collie era emerso nettamente come il “numero uno” su un’ottantina di razze.

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Ma a mio modesto avviso, anche senza il prezioso lavoro dell’illustre scienziato, la semplice osservazione di un Border al lavoro, qualunque lavoro, avrebbe suggerito la medesima considerazione.

Le doti caratteriale del Border Collie: un cane eccezionale!

Attenzione, concentrazione, velocità di risposta, desiderio di collaborare, serietà e soddisfazione nell’interpretare il ruolo che gli viene assegnato, a patto che non sia secondario, sono talmente spiccate da diventare quasi fisicamente tangibili, in questo cane eccezionale.

E sul termine “eccezionale” vi invito a riflettere, poiché indica qualcosa di “straordinario”, di “formidabile”. Ci torneremo sopra. Ora parliamo delle doti “magiche” del Border.

L’occhio ipnotico del Border Collie

“L’occhio” è la capacità di questo cane di esercitare un’attrazione ipnotica sul bestiame attraverso lo sguardo: abbassandosi sugli arti anteriori e con il posteriore leggermente rialzato, il cane fissa le pecore da lontano oppure si avvicina con studiata lentezza e con movimenti felini, quasi strisciando, senza abbaiare.

Più che un cane da pastore, sembra un giaguaro pronto a balzare sulla preda!

Questa strategia crea una sorta di “blocco” nel bestiame che, ammaliato dallo sguardo del Border, si muoverà esattamente come il cane vuole, come se fosse stregato.

Secondo i puristi, se un Border non ha “l’occhio”… non è un Border.

L’estetica non rientra tra i canoni più importanti per questa razza, non a caso contraddistinta dal motto “Brain before beauty”, cioè “Il cervello prima della bellezza”.

Tuttavia, il Border è spesso anche un bel cane e molto si deve al suo mantello che nella varietà più nota è nero a bianco, ma anche cioccolato e bianco, rosso e bianco, tricolore e blu merle.

Gli occhi, che conferiscono al Border Collie la sua tipica espressione sveglia, sono in genere marroni, più scuri nel caso il mantello sia nero e bianco, più chiari nelle altre varianti.

Gli occhi azzurri sono ammessi solo nei merle e ci sono anche soggetti con occhi di colore diverso, uno azzurro e uno marrone (eterocromia).

Per quanto riguarda la lunghezza, il pelo può essere moderatamente lungo oppure corto, nello “smooth Border”, varietà ben poco diffusa in Italia.

Ma che aspetto ha il Border Collie?

Di taglia media o medio-piccola, circa 50 cm alla spalla ma in realtà non ci sono misure realmente standard (la squadra finlandese di Obedience ai Mondiali del 2002 includeva un Border quasi bianco e tanto alto che all’inizio l’avevamo scambiato per un Maremmano sotto taglia…), il Border Collie dispone di una riserva di energia apparentemente inesauribile e di muscoli con velocità di reazione stupefacente: basta osservarlo in Agility per rendersene conto.

Inoltre, poiché è leggero, ha anche doti acrobatiche non comuni, e questo lo ammiriamo con stupore in particolare durante le routine di freestyle nel Disc Dog, dove è capace di imprese da circo.

Cosa significa?

Che chi pensa di far scaricare tutta l’energia che vive nel Border stancandolo fisicamente sbaglia e anche tanto: più lavora, in genere, e più aumenta la sua resistenza fisica perché… si allena.

La scelta vincente è alternare lavoro dinamico e lavoro mentale.

Combinandoli, avremo modo di offrire a questo eccezionale partner il giusto equilibrio, permettendogli di sfogare le sue grandi energie con attività consone, per esempio Agility o Disc Dog, e di utilizzare e accrescere le sue notevoli qualità intellettive, per esempio in Obedience o nel lavoro olfattivo come piste o ricerca. Così facendo, inoltre, eviteremo di “meccanizzare” il suo comportamento, rischio sempre presente con i cani dalla reattività altissima coniugata a un vero e proprio “drive” innato per il lavoro.

E ora torniamo al concetto di “cane eccezionale”.

Il fatto che il Border Collie sia tanto dotato mentalmente e fisicamente è senz’altro bellissimo ma soltanto se si comprende a fondo cosa implichi la sua enorme capacità di apprendere e di eseguire comandi di ogni genere e compiti di qualsiasi tipo: non è solo una dote, è una vera e propria esigenza. Se queste doti non vengono valorizzate, il Border soffre.

Si tratta di una sofferenza profonda, mentale e fisica, come se la “memoria di razza” si ribellasse a un tale spreco ma non potesse porvi rimedio e si arrovellasse impotente nell’ingiustizia.

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In sintesi, il Border Collie deve lavorare per essere sereno accanto a noi dentro casa, dove deve vivere, e per donarci la sua grande dolcezza, l’infinita lealtà e l’inesauribile generosità d’animo.

L’inattività è la peggior forma di maltrattamento che possiamo infliggere a questo cane eccezionale che a lungo andare sfocia in seri problemi comportamentali.

Quindi, chi non ha intenzione di praticare regolarmente attività cinofile, diversificate per di più, non prenda un Border Collie o se ne pentirà.

Ma mai quanto il povero cane.

Andrea Comini

Educatore e istruttore cinofilo fisc da oltre vent'anni, consulente sui problemi comportamentali, si è formato con Carlo Marzoli, Inki Sjosten, David Appleby, Roger Abrantes, Joel Dehasse. Studioso di etologia del cane e del lupo, docente in diversi corsi di formazione per educatori. Giornalista professionista.

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